Caro Ministro,

grazie della sua presenza e  mi preme ribadire, che con la Cisl, la Flc Cgil, lo Snals e la Uil Scuola rappresentiamo la maggioranza della forza della dirigenza scolastica, rappresentanza che non intendiamo delegare ad altri.

L’emendamento inserito  nella Legge di Bilancio che riduce i parametri degli alunni iscritti da 600 a 500, riconoscendo di fatto alle scuole con 500 alunni  s l’autonomia scolastica  dobbiamo ritenerlo un ossimoro o il segnale di una norma civetta? Se non si riconosce a queste scuole la titolarità del Dirigente scolastico e del DSGA, a mio avviso, c’è una inosservanza della legge, che non ammette né deroghe né la possibilità di disattenderla.

Quella attuale è una situazione paradossale: da un lato ci sono molti Dirigenti scolastici da anni in servizio fuori sede, che non riescono a rientrare nei propri luoghi di residenza a causa di vincoli anacronistici,dall’altra non si può disattendere l’aspirazione di quanti, ancora in graduatoria, aspirano ad essere nominati. La macchina organizzativa del sistema nazionale di istruzione, essendo un meccanismo con ricadute ampie sia sul futuro degli alunni sia su quello degli operatori scolastici non può essere guidata con il criterio dell’apri e chiudi, che si ripete ogni anno, come una spada di Damocle sulla testa del personale scolastico ma anche degli alunni e delle famiglie.

Secondo il comma 978 della legge di Bilancio le nuove presidenze costituite anche con 500 alunni non rappresentano posti stabili. Definiscono scuole ‘vere’ con posti ‘finti’.Noi siamo sostenitori delle nomine dei Dirigenti anche sulle scuole sottodimensionate sia su quelle storiche che su quelle determinatesi nel corrente anno scolastico, perché le scuole dimensionate o sottodimensionate hanno gli stessi problemi delle scuole dimensionate, oppure indirettamente si vuole affermare che le scuole possano fare a meno, nella loro organizzazione – funzionale della titolarità di un Dirigente scolastico e di un Dsga?

Volendo entrare nello specifico della mancanza di posti di dirigenza scolastica, assumiamo come esempio la Campania, dove i ricorrenti del concorso del 2011, che hanno ottenuto sentenze di ottemperanza e di inserimento a pettine nella graduatoria di concorso del 2011, devono trovare posti disponibili per chiudere finalmente una faccenda andata avanti per un decennio.

Il numero delle scuole normo – dimensionate, cui si riferisce il comma 978 della legge di bilancio, sommate ai pensionamenti consentirebbero sia la mobilità interregionale sia nuove assunzioni per tutte le regioni, attingendo dalla graduatoria del concorso del 2017. Il Contratto della dirigenza scolastica del 2019, di cui chiediamo l’apertura in tempi brevi, dovrà sanare queste discrasie e porre rimedi a tutta una serie di responsabilità, con un’armonica ridefinizione del profilo del Dirigente scolastico. Sicuramente sono da rivedere i vincoli, oggi, anacronistici della mobilità interregionale, che in tempo di pandemia ha fatto esplodere tutte le criticità, che pure si erano rilevate negli anni scorsi e che pur rappresentate all’ARAN con forza non hanno trovato ascolto.

È opportuno che le attuali percentuali di blocco della mobilità vengano rivisitate secondo un principio di apertura che consideri disponibili tutti i posti che a qualsiasi titolo siano vacanti. E senza definizione di percentuali e di nulla osta. Ogni scuola ha diritto ad un Dirigente. I concorsi vanno banditi prima che esploda il problema di scuole libere con graduatorie esaurite. La prospettiva di rientro per i colleghi fuori regione deve essere possibile già oggi e la politica deve permettere che ciò accada senza bloccarne l’aspirazione. Da mesi il sindacato propone soluzioni. La politica invece deve decidere e renderle possibili.

La Uil Scuola coglie l’occasione per ricordare anche al Ministro il disapplicato art. 10 del contratto nazionale del 2019 che vincolava il Ministero dell’Istruzione a costituire un Organismo paritetico per l’innovazione, per dare regole certe sia al lavoro agile che allo stress da lavoro correlato. Se il tavolo si fosse costituito avremmo risolto o comunque proposto soluzioni anche per questo periodo così difficile per le scuole.

Al primo settembre auspichiamo una scuola pronta a partire con tutto il personale al suo posto senza buchi, senza vuoti, con organici definiti e completi. Noi siamo fieri di far parte di una scuola che all’estero ci invidiano ma possiamo e dobbiamo migliorare lavorando insieme. Come sindacati, signor Ministro , siamo critici ma aperti a discutere e a trovare soluzioni.”