La questione del reclutamento è stato l’argomento al centro dell’incontro del 19 aprile tra le organizzazioni sindacali e l’Amministrazione, rappresentata dal Capo di Gabinetto, dr. Luigi Fiorentino e dal Capo Dipartimento, dr. Stefano Versari.  Per la Uil Scuola hanno partecipato Pino Turi, Giuseppe D’Aprile e Paquale Proietti. 

“C’è una volontà di cambiamento? Volontà che non può essere collegata solo all’emergenza Covid” – ha detto Pino Turi in apertura del suo intervento durante la riunione –  ed ha aggiunto  “siamo in presenza di una situazione molto delicata che non può essere risolta con il concorso classico che non misura quella parte di professione docente legata all’esperienza. Una situazione come quella attuale dove un insegnante su quattro è precario non è più tollerabile. Vanno cambiate le procedure di reclutamento per la scuola che ha caratteristiche proprie. In questi giorni il ministro Renato Brunetta ha dato una forte accelerazione alle procedure di reclutamento nella Pubblica Amministrazione. Abbiamo ancora i metodi di trenta anni fa – ha detto Turi – che hanno mostrato tutti i loro limiti e sono diventati fabbrica di precariato. Noi invece proponiamo un corso/concorso con formazione e verifica finale per  tutti i docenti precari con almeno tre anni di servizio”.

Ed ancora “Abbiamo già verificato come strumenti rigidi, come la legge, possono avere nel tempo effetti sbagliati: è il caso del vincolo quinquennale, che  oggi è anacronistico. Il precariato –  ha sottolineato Turi – è l’effetto, la causa ha un nome che si chiama organico. Ne vengono fatti due l’anno, di diritto e di fatto. Il risultato non garantisce nessuna continuità.  Stiamo per assistere ad un licenziamento di massa di  250.000 persone che come ogni anno, tra giugno e settembre, vengono rimandate a casa per essere riassunte, con calma, tra settembre e dicembre. Per il futuro si dovrà pensare ad un organico triennale che dia stabilità al personale e continuità agli alunni. Un quarto del personale nella scuola non è garantito. C’è bisogno di cambiare passo. Una situazione eccezionale ha bisogno di misure eccezionali.

La Uil Scuola propone un patto per l’istruzione, non  un protocollo deciso in solitudine, un patto che sia frutto di una mediazione, di uno scambio. Abbiamo bisogno di investire sulla Pubblica Amministrazione e sulla scuola e di capire se il Governo è intenzionato a garantirle stabilità, anche attraverso la stabilizzazione del personale precario. Per la Uil Scuola – ha tenuto a sottolineare Turi – il problema non è tecnico ma politico ed il momento straordinario impone risposte straordinarie. Valutazione iniziale, valutazione in itinere ed esame finale rappresentano un percorso di serietà che consente di poter immettere in ruolo decine di migliaia di precari, anche sul sostegno. Potremmo anche pensare se necessario – ha concluso Turi – ad una ripresa dell’anno scolastico in sicurezza con tutto l’organico in cattedra, in una data che non deve essere necessariamente quella del 1° settembre ma una credibile e che sia per tutti”.