Il 10 marzo a Palazzo Chigi è stato firmato il “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale” tra il Premier Mario Draghi, il ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione Renato Brunetta ed i Segretari generali di Cgil,Cisl e Uil. Il Patto è un documento importante perché l’Italia riparte dalle donne e dagli uomini della Pubblica Amministrazione: medici, infermieri, insegnanti, magistrati, forze dell’ordine, dipendenti delle amministrazioni centrali e di quelle periferiche ed è  un  passo fondamentale per affrontare le urgenti sfide sanitarie, economiche e sociali che ci attendono nei prossimi mesi.

Inclusione, partecipazione, contrattazione, centralità della persona nelle scelte per l’innovazione e lo sviluppo tecnologico, formazione in servizio intesa come diritto-dovere. Sono queste le parole chiave del Patto sottoscritto oggi. Sburocratizzazione e semplificazione dei processi costituiscono i punti cardine dell’intesa al fine di rendere semplice e veloce l’accesso ai servizi per i cittadini. Nelle amministrazioni pubbliche e nella scuola servirà un imponente investimento sul lavoro attraverso l’aumento dell’occupazione, lo stop al precariato, e la valorizzazione professionale dei dipendenti pubblici.

La pandemia ci ha mostrato lo straordinario valore dei servizi pubblici e messo in evidenza l’importanza dello Stato per tutelare i diritti costituzionali dei cittadini, facendo emergere drammaticamente anche i limiti, a causa di decenni di tagli. Oggi sanciamo un netto cambio di passo, attraverso una nuova stagione di relazioni sindacali che punta al confronto e alla contrattazione sindacale per dare il giusto riconoscimento a chi con merito, responsabilità e senso del dovere lavora quotidianamente al servizio dei cittadini in tutte le articolazioni della Pubblica Amministrazione.

Oltre alla rapida conclusione del ritardo accumulato per il rinnovo contrattuale del triennio 2019/2021, in contemporanea si punta alla revisione dell’ordinamento professionale ed alla definizione di un piano delle competenze su cui programmare i fabbisogni e le assunzioni del personale. Tra le novità più importanti si conviene che i rinnovi contrattuali, relativi al triennio 2019/2021, salvaguarderanno l’elemento perequativo della retribuzione già previsto dai Contratti collettivi nazionali di lavoro relativi al triennio

2016/2018, il quale confluirà nella retribuzione fondamentale cessando di essere corrisposto quale elemento distinto della retribuzione.

Al fine di sviluppare la contrattazione collettiva integrativa il Governo, previo confronto, individuerà le misure legislative utili al superamento dei limiti di cui all’art. 23, comma 2, del decreto legislativo 75/2017, che sostanzialmente elimina il tetto retributivo fissato al livello del 2016. In merito alle prestazioni svolte a distanza (lavoro agile), definiremo nei futuri Contratti collettivi nazionali una disciplina che favorisca la produttività e l’equilibrio fra vita professionale e vita privata, così come specifici diritti sindacali e del rapporto di lavoro, quali il diritto alla disconnessione, le fasce di contattabilità, il diritto alla formazione specifica in servizio, quale diritto-dovere, utile alla valorizzazione e alle progressioni interne, il diritto alla protezione dei dati personali, il regime dei permessi e delle assenze.

Risorse aggiuntive verranno messe a bilancio per la revisione dei sistemi di classificazione del personale con la prosecuzione dei lavori delle commissioni paritetiche costituite in sede Aran. Altrettanto centrale è la formazione e la riqualificazione professionale, intesa non più come costo per lo Stato, ma come investimento per affrontare le mutate esigenze delle pubbliche amministrazioni. Attenzione al welfare contrattuale, attraverso il sostegno alla genitorialità, forme di previdenza complementare e sistemi di premialità proporzionalmente legati al miglioramento dei servizi, estendendo anche ai comparti del pubblico impiego le agevolazioni fiscali previste per i settori privati. Un accordo che intende favorire processi di dialogo tra le parti attraverso strumenti innovativi di partecipazione ai processi decisionali per disegnare insieme la Pubblica Amministrazione di domani, motore per il rilancio del nostro Paese.


LE DICHIARAZIONI

IL SEGRETARIO GENERALE DELLA UIL FPL MICHELANGELO LIBRANDI

“Un netto cambio di passo, attraverso una nuova stagione di dialogo sociale che punta a dare il giusto riconoscimento a chi, con merito, responsabilità e senso del dovere lavora quotidianamente per garantire servizi efficienti ai cittadini”.

IL SEGRETARIO GENERALE DELLA UIL SCUOLA PINO TURI

“Il Patto modifica la politica degli ultimi venti anni di politiche neo liberiste tutte spostate alla riduzione e ai tagli. Si decide di mettere fine allo sfruttamento del personale precario, si mettono al riparo le risorse dell’elemento perequativo e si creano le condizioni per aprire la stagione dei rinnovi contrattuali, attraverso atti di indirizzo di settore da definire rapidamente”.

IL SEGRETARIO GENERALE DELLA UIL PA SANDRO COLOMBI

“Il Patto è un accordo importantissimo ed  assume particolare rilevanza la firma del Presidente del Consiglio, mediante la quale riteniamo possibile rendere la Pubblica Amministrazione più efficiente per valorizzare le competenze dei lavoratori e migliorare il servizio reso alla cittadinanza in un momento così difficile a causa della pandemia. Un accordo dinamico che sta già spingendo gli altri ministeri – come quello dell’Istruzione, precisa Turi – che ha già convocato i firmatari dell’accordo per proporre un patto anche per il settore strategico dell’istruzione e dell’educazione”.

IL SEGRETARIO GENERALE DELLA UIL RUA ATTILIO BOMBARDIERI

“il Patto apre ad un nuovo percorso di relazioni sindacali, i rinnovi dei contratti, il superamento dei vincoli delle risorse legate alla contrattazione decentrata, l’incentivazione delle politiche di conciliazione e degli istituti di welfare contrattuale, la rivisitazione degli ordinamenti professionali e la valorizzazione di tutto il personale dei nostri settori e un nuovo piano di assunzioni, saranno elementi fondamentali per non disperdere il patrimonio culturale e scientifico presente negli Enti di Ricerca e nelle Università e saranno il punto di partenza per raggiungere l’obiettivo del rientro delle eccellenze perse nel corso degli anni».

Ed infine, “Auspichiamo di essere in presenza di un autentico riavvio del confronto politico – commentano i Segretari delle categorie del pubblico impiego e della scuola – che vada ad incidere su valori universali come salute, istruzione, welfare che determinano i livelli di benessere, crescita e sviluppo della comunità nazionale. Le categorie del Pubblico impiego, sulla base dei loro valori e della rappresentanza di cui godono, saranno molto determinate a dare concreta attuazione agli impegni politici assunti a livello di Presidenza del Consiglio”