Le organizzazioni sindacali della scuola Flc Cgil, Uil Scuola Rua e Federazione Gilda Unams con il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, nel corso di una audizione al Senato presso la prima Commissione Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e dell’Interno, hanno presentato le proprie memorie sul disegno di legge di iniziativa popolare sull’autonomia differenziata, che prevede una riscrittura degli articoli 116 e 117 della Costituzione con l’introduzione di una clausola di supremazia della legge statale e lo spostamento di alcune materie alla potestà esclusiva dello Stato, a sostegno del quale sono state raccolte centomila firme di cittadine e cittadini italiani.
Graziamaria Pistorino per la Flc Cgil, Roberto Garofani per la Uil Scuola Rua ed Orazio Rustica per la Federazione Gilda Unams, si sono soffermati sui pericoli dell’autonomia differenziata per il sistema di istruzione. Qualunque ipotesi di regionalizzazione, infatti, produrrebbe una disgregazione del sistema nazionale con la creazione di tanti sistemi educativi di istruzione e formazione quante saranno le Regioni che dovessero chiedere una maggiore autonomia. Ciò rappresenterebbe la fine dell’obiettivo, tuttora incompiuto, di garantire pari trattamento ad ogni studente ed alunno del Paese nell’esercizio del diritto all’istruzione.
I tre dirigenti sindacali hanno argomentato, inoltre, i pericoli connessi ad un organico regionale del personale delle scuole con concorsi regionali per i docenti, il personale ATA e la dirigenza scolastica. Si arriverebbe, inevitabilmente, a contratti regionali e stipendi differenti in base al territorio e si determinerebbe la fine della mobilità del personale su tutto il territorio nazionale perché la regolamentazione degli spostamenti verrebbe definitivamente sottratta alla negoziazione nazionale.
La frammentazione del sistema scolastico in venti sistemi di istruzione diversi, con programmi decisi autonomamente dalle Regioni e sottoposti alle diverse linee di indirizzo politico di chi governa pro-tempore, comprometterebbe irrimediabilmente la libertà di insegnamento sancita dalla Costituzione oltre che il valore legale del titolo di studio. L’autonomia differenziata rappresenta, quindi, un pericolo per l’unità stessa del Paese.