Spesso il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, interviene con dichiarazioni sulla scuola. L’ultima è stata da lui rilasciata nel corso di una intervista ad Affariitaliani.it. Per il ministro “la scuola del merito è quella che valorizza i talenti di ognuno, le diverse abilità e le diverse attitudini. Decisiva è dunque un’educazione sempre più personalizzata, che consenta a ogni studente di esprimersi al meglio. Per fare questo –ha aggiunto –ho iniziato prevedendo il docente tutor e puntando molto su nuove e più incisive forme di orientamento. Una prima risposta concreta sono proprio le linee guida sull’orientamento da me firmate prima di Natale. Il mio obiettivo – ha proseguito il ministro –è una scuola serena, seria, sicura, una scuola che non solo formi ma anche orienti, in cui si ripristini la autorevolezza dei docenti e sia valorizzato sempre di più il grande lavoro che fanno e nella quale gli studenti possano scoprire i propri talenti e costruirsi un futuro di piena realizzazione personale e lavorativa”. Da parte nostra nessun commento o plauso alla dichiarazione del ministro ma siamo sempre più convinti che alle parole debbano seguire fatti concreti. Poche ma essenziali le domande che vorremmo rivolgere attualmente a chi ci governa: ”Perché, stante la denatalità, non si riduce il numero degli alunni per classe portandolo a 18/20 ed offrire in tal modo un servizio ancora più efficace? Perché non si investe maggiormente sulla scuola ma si pensa di togliere i prossimi anni moltissimi istituti a causa della denatalità? Perché per l’orientamento non si fa ricorso anche all’ausilio di esperti esterni? Perché non si valorizza economicamente tutto il personale della scuola, sia docente che Ata, che durante la pandemia da Covid 19 ha dimostrato di essere sempre più in grado di fare fronte alle quotidiane difficoltà incontrate ? Perché non si immettono in ruolo tutti i precari garantendo in tal modo la presenza di tutti i docenti ai posti di lavoro il 1° settembre?” “E’ forse chiedere troppo?”