Nel corso della conferenza stampa  tenutasi ieri a Roma i sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola RUA, Snals Confsal e Gilda Unams  sulla autonomia differenziata hanno ribadito quanto segue:

  • qualsiasi forma di autonomia differenziata in ambito scolastico è incompatibile con il valore universale e unitario della scuola e contrario al principio costituzionale;
  • la scuola è una, nazionale, indivisibile; essa rappresenta un ineliminabile valore di coesione sociale del Paese che deve essere rafforzato e non disgregato;
  • il valore del contratto collettivo nazionale di lavoro non può essere messo in discussione o differenziato, a garanzia del ruolo giuridico del personale che vedrebbe un inasprimento delle differenze socioeconomiche a detrimento del diritto allo studio degli studenti.

Per tutto questo, l’istruzione deve stare fuori dalle materie oggetto di decentramento regionale e, rispetto ai complessivi disegni di regionalismo differenziato, ed è inoltre indispensabile regolamentare i processi disegnati dal novellato Titolo V della Costituzione. Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil  Scuola RUA, Snals Confsal e Gilda Unams, insieme a giuristi e costituzionalisti del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, propongono una raccolta di firme per una proposta di legge di iniziativa popolare per la “Modifica dell’articolo 116 comma 3 della Costituzione, concernente il riconoscimento alle Regioni di forme e condizioni particolari di autonomia, e dell’art. 117, commi 1, 2 e 3, con l’introduzione di una clausola di supremazia della legge statale, e lo spostamento di alcune materie di potestà legislativa concorrente alla potestà legislativa esclusiva dello Stato”.

La proposta è finalizzata a una riscrittura mirata degli articoli 116.3 e 117 della Costituzione che, senza cancellare l’autonomia, ne elimina i profili di pericolosità. Si articola su cinque punti:

  • espungere il principio pattizio, che introduce l’autonomia attraverso una trattativa tra governo e singola regione, riducendo il parlamento a un ruolo di mera ratifica, collegare l’autonomia a specificità della regione richiedente e introdurre per la legge di approvazione momenti di (eventuale) verifica referendaria;
  • spostare dalla potestà concorrente a quella esclusiva statale le materie ritenute strategiche per l’unità del paese, dall’istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e universitarie, alla salute e al sistema sanitario nazionale, a porti, aeroporti, autostrade, ferrovie, reti di comunicazione e altro;
  • modificare i livelli ·essenziali” in livelli “uniformi” delle prestazioni;
  • introdurre una clausola di supremazia della legge statale, tipica degli stati federali, costruita sull’unità della Repubblica (come negli Stati Uniti o nella Repubblica federale tedesca);
  • esplicitare la diretta connessione con la specificità territoriale quale requisito essenziale per la concessione di “forme e condizioni particolari” di autonomia.

La raccolta delle 50 mila firme, richieste per la presentazione alle camere, partirà nei prossimi giorni attraverso una piattaforma digitale e anche tramite moduli cartacei. Con questa iniziativa, Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola RUA, Snals Confsal e Gilda Unams intendono preservare la dimensione statale e nazionale del sistema di istruzione, la programmazione e il coordinamento dell’offerta formativa, l’omogeneità sull’evoluzione della normativa e sulla contrattazione per la regolazione dei rapporti di lavoro assicurando le pari opportunità sull’intero territorio nazionale.