E’ già successo: quasi 2 miliardi di euro destinati alla scuola scostati dai fondi del PNRR. E si prosegue: 300 milioni del budget a disposizione per il rinnovo del contratto di lavoro del personale della scuola, 28 milioni dal fondo di istituto vengono destinati ad altro. Misure dettate da politiche ragionieristiche con le quali ci si preoccupa di restare nel quadrato delle misure di gestione della finanza pubblica, senza curarsi delle conseguenze né delle priorità. Così, mente il Governo ancora in carica cerca risorse destinate ad arginare gli effetti di una congiuntura economica imprevedibile e si cerca di delineare nella Nadef misure a tutela dei bilanci delle famiglie, per la scuola si procede in ordine inverso: si prelevano risorse dai fondi per la valorizzazione professionale per misure destinate a pochi in base a criteri tutti da verificare: 30 milioni per premiare quanti permangono nella scuola per almeno cinque  anni per realizzare la continuità didattica che, secondo le nostre proiezioni, riguarderà meno del 3% dei docenti.


inoltre, 28 milioni per pagare i docenti che surrogano i Dirigenti scolastici mancanti nelle scuole affidate in reggenza e per la lotta al Covid, 270 milioni per rimpinguare il fondo di istituto finalizzato alla valorizzazione del personale.

Sono misure collegate alla legge di Bilancio 2022, rispondono dal Mef,
come se tutto ciò che sta accadendo non riguardasse la scuola. E il personale che ci lavora, che lavora con un contratto scaduto e un negoziato che, proprio a causa dell’esiguità delle risorse disponibili, non si riesce a chiudere ? Ha commentato il Segretario generale della Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile.

La scuola è l’unico dei comparti pubblici a non aver concluso la trattativa, iniziata a maggio e ancora alle battute sui temi dei profili professionali – ha  aggiunto d’Aprile –   stiamo discutendo di sanzioni, di compiti, di obiettivi ma di risorse da mettere sul tavolo niente.
Invece di aggiungere, si usano le risorse disponibili in ordine sparso.

Sono misure che vanno a complicare e inasprire una situazione che appare già molto difficile. Non è questo il clima che serve per far ripartire la scuola – ha ancora detto D’Aprile- il nostro impegno in queste giornate di macro programmazione economica del Governo, e di negoziato contrattuale per la scuola, è rivolto concretamente a individuare ogni strada possibile per portare nei cedolini del personale gli aumenti,  quelli a-tre cifre annunciati a maggio.

Una nota di Giuseppe D’Aprile ( Segretario generale Uil Scuola Rua)