“Con il decreto reclutamento la scuola ha subito una violenza. Dobbiamo resistere e continuare a batterci, ripartiremo presto con le mobilitazioni. Non ci fermiamo” – così ha detto il Segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, nel corso di una intervista a Orizzonte Scuola.
“Siamo davanti ad una riforma antidemocratica e incostituzionale che non accetteremo mai – ha sottolineato il Segretario generale Uil Scuola –. Sembra ci sia una volontà autoritaria volta a costringere i docenti a svolgere un lavoro che non è il loro: la scuola non è burocrazia e la neo costituenda Scuola di alta formazione non è altro che il nucleo di una neoburocrazia che va ad interferire pesantemente sull’aspetto didattico”.
Turi si sofferma ancora sul tema formazione: “Qualche giorno fa il ministro ha parlato dell’urgenza di RIADDESTRARE 650 mila insegnanti. Affermazioni del genere non sono solo inapplicabili ma allontanano ulteriormente il Governo dal mondo reale, fenomeno sempre più in aumento”.
Dal decreto reclutamento al rinnovo del contratto: “Prevedo una strada in salita, abbiamo proposto di fare arrivare i soldi nelle tasche dei lavoratori, che sono già in difficoltà economica, con le risorse disponibili e, contemporaneamente, aprire la trattativa sulla parte normativa. Come capirete, però, la parte normativa è da rivedere completamente, anche alla luce di questo decreto. In sostanza ci vorrà del tempo, non si può pensare di fare questo contratto in pochi mesi”.
In conclusione, il Segretario generale Uil Scuola è tornato ad analizzare lo sciopero nazionale con uno sguardo sulle mobilitazioni future: “Gli scioperi a fine anno sono sempre rischiosi ma quello del 30 maggio è stato un segnale di protesta importante della categoria che si è trovata nella difficile situazione di dover difendere da un lato i propri diritti e dall’altro il bene dei propri studenti. È stato un primo passo, la nostra mobilitazione non si ferma. Continueremo a resistere”.