A pochi giorni dalla data del 30 maggio, giornata dello sciopero proclamato dalle cinque organizzazioni sindacali della scuola (Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Unams) che si sono mobilitate contro il decreto-legge n. 36 del 30 aprile 2022, tuttora in Parlamento per la sua conversione in legge, la Uil Scuola di Rieti ancora una volta riflette sui numerosi problemi che sta vivendo la scuola sia in campo nazionale che provinciale. Nella nostra provincia ci sono scuole con un notevole numero di alunni e dipendenti affidate da tempo in reggenza, che avrebbero invece necessità di un dirigente titolare e pare che la situazione sia destinata ancora a restare invariata nei prossimi anni. L’annuncio del taglio del bonus docenti , la riduzione delle cattedre di potenziamento non fanno certo piacere a nessuno. Da tempo sul sito www.uilscuolarieti.it ma anche su www.rietinvetrina.it abbiamo fatto conoscere pressoché quotidianamente la politica sindacale della Uil Scuola nazionale, le sue numerose prese di posizione, le sue iniziative, la condivisione della confederazione Uil sui problemi della scuola evidenziati dal suo sindacato di categoria, senza dimenticare le iniziative concordate con le altre organizzazioni sindacali, nella convinzione che solo l’unità sindacale possa risolvere i problemi della scuola, attuali e futuri. A tutti è noto che la Uil Scuola non ha sottoscritto l’accordo sulla didattica a distanza come pure il contratto sulla mobilità 2021/2022, ed è sempre stata sicuramente una spina nel fianco dell’attuale ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi del quale non ha condiviso certo la visione della scuola. La Uil Scuola ha esaminato con la dovuta attenzione il decreto legge 36/2022 e ne ha messo in evidenza i molti lati negativi, li ha denunciati e li ha fatti conoscere a tutti grazie alla diffusione di apposite schede analitiche. I segretari dei cinque sindacati della scuola hanno ora una visione unitaria dei problemi della scuola ed intendono risolverli ma saranno gli stessi lavoratori della scuola con la loro partecipazione allo sciopero a decidere il futuro della scuola italiana. Ma è lecito porsi una domanda: se lo sciopero non dovesse dare i risultati sperati, siamo certi che il Parlamento sarebbe disposto comunque a modificare in sede di conversione in legge quelle parti del decreto che sono state unitariamente contestate dai cinque sindacati della scuola? Staremo a vedere.