I Segretari generali dei cinque sindacati della scuola promotori della mobilitazione e dello sciopero del 30 maggio si sono incontrati con esponenti del Partito Democratico. In particolare hanno chiesto una modifica sostanziale del decreto-legge 36/2022, più risorse per il contratto della scuola, lo stralcio di tutte le parti che sono oggetto di contrattazione, la soluzione del problema del precariato, un nuovo percorso di abilitazione e la stabilizzazione del rapporto di lavoro dei precari con trentasei mesi di servizio.
“Abbiamo avviato lo scorso anno un confronto col ministero che ci ha portato a condividere un percorso, abbiamo sottoscritto un patto – hanno ricordato Francesco Sinopoli, Ivana Barbacci, Pino Turi, Elvira Serafini e Rino di Meglio – ma gli impegni assunti dal Ministro dell’Istruzione sono rimasti in gran parte lettera morta. Soprattutto non si è dato seguito all’impegno di attivare un confronto costante e approfondito sui progetti di innovazione, a partire dal reclutamento ed invece si sono susseguite decisioni unilaterali del governo, da ultimo col decreto legge 36 che, oltretutto, invade pesantemente il campo della contrattazione”.
I cinque Segretari generali hanno anche detto che la parte relativa alla formazione deve essere stralciata e rimessa al tavolo negoziale; serve un grande piano di formazione e di aggiornamento ma la strada non è sicuramente quella seguita dal governo. “Solo qualche settimana fa le scuole hanno dato una grande prova di democrazia, alle elezioni per il rinnovo delle RSU hanno votato in tantissimi – hanno sottolineato i rappresentanti dei sindacati scuola. Il 30 ci sarà lo sciopero ma non è detto che la mobilitazione si limiti lì, perché i sindacati sono pronti a sostenerla per tutto il tempo e con le iniziative che sarà necessario attivare.