Intervista di ScuolaInforma  a Pino Turi ( Uil Scuola), presente anche sul sito nazionale del sindacato.

    D Il tema dell’abilitazione per il personale precario è da anni dibattuto e non sembra trovare al momento una soluzione. Qual è la posizione della Uil Scuola?

R– Sono anni ormai che su questo argomento assistiamo ad emendamenti mai approvati nei vari provvedimenti di legge e ad accordi siglati con i sindacati che non sono stati rispettati dal Governo. Grazie ad uno di questi accordi, con il ministro Bussetti doveva essere bandita una procedura abilitante per i docenti che hanno già lavorato per almeno tre anni nella scuola, che avrebbe permesso di conseguire l’abilitazione all’insegnamentoad almeno 130.000 persone. spendibile nelle graduatorie delle supplenze per i docenti precari e ai fini della mobilità per quelli di ruolo. E invece, i docenti precari e quelli di ruolo sembra siano condannati a vivere nella incertezza più assoluta e con quella sensazione che sia arrivato il momento giusto, di svolta, e poi, quando davvero è il momento giusto, si fa sempre un passo indietro. Infatti, di quell’accordo e di quel concorso si sono perse le tracce da tempo. Di fronte a questa situazione la risposta non può essere quella di alimentare il mercato delle abilitazioni all’estero, ma quella di mettere una volta per tutte al centro delle scelte le persone, non le ragioni della politica che ha perso ormai da tempo il contatto con la realtà. Per noi l’unica risposta è un provvedimento urgente che non può guardare solo i docenti precari con almeno tre anni di servizio, non è sufficiente, vanno trovate soluzioni e date risposte certe anche al restante personale, che è rimasto fuori e che deve avere una prospettiva di lavoro, che viene meno se non si riesce ad avere un’abilitazione all’insegnamento. Noi vogliamo dare una prospettiva anche a queste persone? Non importa se si chiamerà PAS o in altro modo, a noi interessa che sia data una risposta.

    D– Anche il tema dei concorsi e del reclutamento in generale non vi ha finora soddisfatti. Perché?

R   Lo dicono i numeri ma soprattutto i fatti. Solo quest’anno scolastico su 112.000 posti vacanti, su cui erano possibili le immissioni in ruolo dei docenti, ne sono restati più del 50% scoperti. Inoltre, considerando anche i posti di sostegno e l’organico di fatto, ad oggi si registrano più di 250.000 supplenze. Per quanto riguarda i concorsi, basta fare un veloce riepilogo senza possibilità di smentita: In due anni sono stati banditi ben nove concorsi nei vari ordini di scuola tra straordinari, ordinari, abilitanti, con procedure smart, e qualcun altro è pensato per il futuro, solo due sono stati portati a termine. I concorsi così come concepiti hanno fatto rallentare il reclutamento e creato nuovi precari. 

   D – Quali le vostre proposte per un reclutamento a regime?

R –  Serve una programmazione sul reclutamento in base al turn over e sulla base della realtà. Il primo passo da fare è formalizzare il tavolo sul reclutamento previsto dal Patto per la Scuola in cui concordare le strategie di intervento che dovrebbero trovare nelle forze politiche una buona base di condivisione. Il reclutamento non può essere la base del terreno di scontro politico come è stato dall’inizio della legislatura. Come Uil scuola rivendichiamo da tempo un cambio di passo che preveda a regime un percorso concorsuale con test di ingresso a risposta chiusa e l’ultimo dei due anni valido come anno di ulteriore formazione e prova che completa la stabilizzazione. Si tratta di un percorso che potrà funzionare solo a condizione che ci sia una modifica sostanziale dell’organico che dovrebbe essere ad invarianza almeno triennale. In questo modo si elimina anche la differenza tra organico di fatto e organico di diritto con risparmi consistenti delle procedureamministrative che fanno e rifanno l’organico addirittura due volte in un anno scolastico. Analogamente dovrebbe cambiare anche il reclutamento per quanto riguarda i contratti a tempo determinato che dovrebbero anch’essi essere triennali.

 D – I precari con 36 mesi di servizio chiedono una fase transitoria.   Cosa ne pensa la Uil Scuola?

R–   Nella fase urgente e transitoria, che è quella che ora interessa maggiormente, bisogna ammettere direttamente a questo percorso di reclutamento tutti coloro che hanno almeno i 3 anni di servizio, attingendo prioritariamente alle GPS di prima fascia (abilitati sulla disciplina e specializzati sul sostegno) e agli aspiranti inclusi in seconda fascia. Il tutto in una cornice di stabilità degli organici pluriennali con analoghi contratti a tempo determinato di uguale durata, mentre tutti gli altri lo farebbero con il meccanismo del nuovo percorso concorsuale. Solo unificando il sistema di reclutamento si potranno coprire tutti i posti disponibili e vacanti anno per anno.