La decisione assunta dal Governo di prorogare i contratti Covid è sicuramente opportuna e necessaria. Confermare i contratti dei 55.000 dipendenti della scuola, docenti e ATA, è un’azione che consentirà alle scuole di funzionare meglio in una fase in cui l’emergenza epidemiologica non è ancora superata.

Il provvedimento giunge a conclusione di un lungo pressing condotto dalle organizzazioni sindacali nei confronti del Governo. Tra i temi centrali degli scioperi del 10 e 16 dicembre – ha sottolineato  il Segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – c’era anche la richiesta di proroga dei posti fino alla fine dell’anno scolastico per questi lavoratori chiamati in emergenza durante i mesi più acuti della pandemia.

Il tema lavoro, soprattutto in una fase di crisi prolungata è questione che ha la nostra massima attenzione –ha aggiunto  Turi.Non va però taciuto che si tratta di un intervento tampone, la situazione è decisamente più complessa e riguarda l’insufficienza dell’organico del personale delle scuole, un  problema vecchio che, sotto la spinta di un contesto sanitario profondamente mutato,dovrebbe ora trovare una risposta seria e strutturata nel tempo.

I 55.000 posti devono ora entrare nella dotazione stabile degli organici delle scuole, a partire dal prossimo anno scolastico 2022/23 dando continuità a quanto effettuato in questi ultimi due anni scolastici. Sarebbe impensabile tornare ai numeri prima della pandemia con organici ridotti all’osso, più vicini ai livelli dei tagli draconiani degli anni 2000 che a quelli confermati di oggi  che sono, però, limitati ed a tempo. La scuola ha bisogno di dotazioni di personale congrue che portino al definitivo superamento delle classi sovraffollate ed adottino le giuste misure sanitarie per svolgere l’attività didattica in piena sicurezza. Pino Turi ( Segretario generale Uil Scuola)