Oggi è una data impressa nel cuore e fortemente simbolica. In questo giorno – che coincide con l’arrivo nel campo di Auschwitz delle truppe sovietiche del 1945 – ricordiamo le vittime del nazismo, lo sterminio degli ebrei, le leggi razziali istituite dal governo fascista nel 1938.

“Oggi siamo chiamati a ricordare. Per un paese con poca memoria è un fatto importante. Un avvenimento che – in un giorno preciso, osserva il Segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi  –  induce alla riflessione sulle scelleratezze umane, sulle guerre, sugli errori, sulla storia dell’umanità. Ecco, la storia è quella che si dovrebbe studiare approfonditamente a scuola. Studiare è comprendere, ricordare, agire: attraverso la conoscenza possiamo rendere attuale il ricordo di avvenimenti tragici, dargli senso e continuità e non celebrarli un giorno solo per mettere a posto la coscienza.Un lavoro sulla memoria che diventa indelebile con la testimonianza di chi quella tragedia ha vissuto: testimoni che mano man vengono meno.Serve, allora, uscire dalla celebrazione e passare allo studio della storia, che resta nei manuali scolastici ancora solo accennata. Una memoria che diventi  scienza e non semplice ricordo celebrativo.

La Uil Scuola da anni si impegna per fornire ai docenti strumenti di conoscenza sempre più puntuali e trasversali. La didattica della Shoah è tema sensibile,l’IRASE  l’istituto di ricerca della Uil Scuola da anni persegue questo obiettivo attraverso scambi culturali, iniziative e  progetti di formazione. Ampliare gli spazi di conoscenza significa ampliare gli orizzonti di pace, la cultura di un popolo.

Le cronache ci consegnano, invece, misure per la scuola che vanno in altro verso: ridurre di un anno la durata dei licei. E’ solo un esempio ma si vede la distanza tra chi pensa al futuro, attraverso lo studio, con tutti i tentativi che la scuola sta facendo ogni giorno per crescere e far crescere le nuove generazioni e chi, con scelte fintamente moderne, vuole superare con l’immagine una idea di istruzione senza storia”. Una nota di Turi nel giorno della memoria