La scuola costituzionale del nostro Paese non si tocca.  Noi abbiamo sottoscritto un Patto per la scuola e ci troviamo con un decreto che è indigeribile. C’è un elemento paradossale: nel Sostegni bis si sostengono tutti, tranne  la scuola. Va fatta una riflessione.

Dobbiamo spiegare ai cittadini del  Paese che si vuole invertire la tendenza rispetto ad una pratica che ci invidiano nel mondo: l’integrazione delle bambine e dei bambini che hanno disabilità.
Ci stiamo accorgendo che si sta studiando il sistema per tagliare il numero degli insegnanti di sostegno e scaricare su tutti i docenti il tema dell’inclusione e dell’integrazione scolastica.

Abbiamo docenti precari  nel numero enorme che conosciamo. Invece del ‘caffè sospeso’, abbiamo il posto sospeso. Per chi si lasciano questi posti in sospeso? Chi si aspetta? Politica e tecnocrazia diventano un connubio urticante. Un esempio: nel decreto è prevista la possibilità di assumere personale non qualificato nella scuola dell’infanzia.

Si parla di mettere al centro le alunne e gli alunni ma non si mettono al centro gli insegnanti, che dovrebbero garantire il loro futuro. Il precariato non è un tema generico: occorre dare risposte ai cittadini che frequentano la scuola. Risposte oggi, non domani.

La transizione di questo Paese che sia ecologica, che sia tecnologica, passa attraverso una scuola libera, statale, costituzionale. Nessuno può inventare un altro tipo di scuola. Ciò che vediamo è una continuità tra politica di ieri e di oggi, sbagliata la prima, sbagliata l’attuale, perché si disinteressa di come fare funzionare la scuola. l’attuale  Governo, nel proporre il decreto  non si fida delle relazioni sindacali.

Quando non ci sono risposte, ci sono rivendicazioni. Il sindacato ha responsabilità. Con le sue prese di posizione garantisce partecipazione e democrazia.

Il Paese ha ancora corpi intermedi ai quali le persone maltrattate possono rivolgersi. E il personale della scuola ha molte ragioni per protestare. Ora non siamo amareggiati, siamo arrabbiati. Come sempre saremo disponibili a tutti gli approfondimenti tecnici ma non possiamo accettare che un Patto che nasce per condividere decisioni, per affidare scelte alla contrattazione sia bypassato da un decreto del Governo che fa esattamente l’opposto.

(Da una riflessione della Uil Scuola nazionale sulla protesta del 9 giugno contro il Decreto Sostegni-bis )


IL COMUNICATO

Con il presidio tenutosi il 9 giugno  in piazza Montecitorio in Roma i sindacati della scuola  hanno  voluto richiamare l’attenzione delle forze politiche e dei gruppi parlamentari sulle tante criticità presenti nel testo del decreto legge “Sostegni bis”, di cui è in svolgimento l’iter di conversione in legge. I sindacati  chiedono profonde modifiche attraverso opportuni emendamenti. Importanti stati sia  la presenza di numerosi parlamentari intervenuti all’iniziativa come pure il successivo incontro tenutosi con l’on. Vittoria Casa, Presidente della VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati.

I rappresentanti di FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA RUA, SNALS CONFSAL ed ANIEF nel corso dell’incontro hanno esposto  ragioni ed obiettivi dell’azione sindacale, che nel dare voce alle legittime aspettative del personale scolastico a partire da quello precario che giustamente aspira ad una stabilizzazione del proprio rapporto di lavoro, mira a creare condizioni di stabilità e di  continuità del servizio, a tutto vantaggio di un regolare avvio del prossimo anno scolastico fin dal primo settembre”.

L’on. Vittoria Casa ha condiviso l’obiettivo di fondo di una forte valorizzazione del ruolo della scuola pubblica  ed ha assicurato il suo impegno, così come hanno fatto pure tutti i parlamentari intervenuti all’iniziativa, impegno finalizzato a sostenere gli interventi necessari a garantire una regolare ripresa delle attività in presenza fin dal primo giorno del prossimo anno scolastico.