Patrizio Bianchi, durante la tavola rotonda conclusiva dellevento ''Villa Mondragone International Economic Seminar'', dal titolo ''A Sustainable Growth in EU'' alla Farnesina, Roma, 24 giugno 2016. ANSA/GIORGIO ONORATI

Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, in una  intervista rilasciata alla rivista Tuttoscuola,  mensile per insegnanti, genitori e studenti, ha risposto esaustivamente a tutte le domande che gli sono state rivolte ed ha annunciato l’intenzione di organizzare una conferenza nazionale sulla scuola per il mese di novembre. Il ministro Bianchi, fin dal suo insediamento alla guida del dicastero di Viale Trastevere, ha dato l’impressione di voler voltare pagina rispetto al suo predecessore. In particolare, nella intervista ha tenuto a mettere in evidenza di aver voluto subito riprendere il dialogo con le parti sociali. Citiamo in proposito il recente “Patto per la scuola al centro del Paese”, firmato il 20 maggio  dal ministro Bianchi con le organizzazioni sindacali della scuola e ricordiamo anche cosa ha detto in proposito : “Sono convinto che la via intrapresa, quella del dialogo, resti la via necessaria per trovare delle soluzioni. Il Patto è la base per gli sviluppi successivi. Vogliamo andare avanti e quindi prendiamo questo come punto di partenza, che abbiamo costruito per rimettere la scuola al centro”. Il 25 maggio al Patto ha fatto seguito, senza però alcun confronto con le parti sociali, il  D.L. n.73, pubblicato sulla G.U. in pari data con il n.123, i cui articoli 58 e 59 riguardano la scuola. Le cinque organizzazioni sindacali rappresentative della scuola (Flc/Cgil, Cisl Scuola, Federazione Uil Scuola Rua, Snals/Confsal ed Anief ), poiché ritengono inadeguato il decreto-legge, hanno indetto per mercoledì 9 giugno un presidio unitario dalle 15.00 alle 18.00 a Roma in Piazza Montecitorio ed hanno diffuso la locandina “La scuola protesta. Adeguare il decreto al Patto. Manifestiamo per cambiare il decreto e ottenere misure urgenti”. Ma torniamo alla intervista al ministro Bianchi che sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha tenuto a sottolineare di aver presentato in Parlamento, previo confronto con le Commissioni in materia  di Istruzione, varie proposte sulla scuola ed  ha anche aggiunto che ne ipotizza una più aperta, vicina al territorio, più forte perché al centro della comunità. Alla domanda come si possano utilizzare le tecnologie per migliorare i processi formativi il ministro ha detto che la tecnologia va percepita come una alleata. Grazie alla tecnologia e alle capacità che hanno avuto i nostri docenti di mettersi in gioco rapidamente con strumenti non utilizzati prima la scuola non si è fermata. Ci sono decine di buone pratiche sull’uso delle tecnologie a scuola che faremo conoscere e mettere a sistema. Quanto alla domanda su come intendacombattere la dispersione scolastica il ministro ha detto che si sta lavorando per la ricostruzione del nostro Paese, che presenta ancora troppe disuguaglianze,ulteriormente esasperate dalla pandemia. Ed ancora, la via da intraprendere per colmare il gap sociale è la costruzione di una comunità educante basata su un patto tra tutti coloro che si assumono la responsabilità di mettere al centro la scuola ed i bambini ed è necessaria una mobilitazione dell’intero Paese per la scuola. Quanto infine alla conferenza da tenere in autunno, è auspicabile che il ministro Bianchi non proceda in solitaria dialogando  solo con le forze politiche e con chi non vive giornalmente i problemi della scuola ma coinvolga soprattutto le cinque organizzazioni sindacali della scuola sopra indicate, che hanno sempre avanzato ai responsabili del ministero dell’Istruzione proposte concrete finalizzate a porre la scuola in primo piano ed alla quale occorrerebbe  destinare una maggiore attenzione  ma anche adeguate risorse.