Durante il Congresso Mondiale dell’Education International, tenutosi recentemente a Buenos Aires, Rossella Benedetti, Responsabile delle Relazioni Internazionali della Uil Scuola Rua, è intervenuta su temi fondamentali per il futuro dell’istruzione globale. In particolare ha affrontato la questione del sostegno, l’uso dell’intelligenza artificiale e le implicazioni delle politiche di austerità, con uno sguardo particolare sulla situazione italiana.

 Sulle politiche per l’inclusione dei disabili Benedetti ha ricordato ai colleghi internazionali come il modello italiano sul sostegno rappresenti ancora oggi un esempio di eccellenza a livello mondiale. Dal 1977, l’Italia ha abolito le classi differenziali ed ha introdotto l’insegnante di sostegno, un docente specializzato che supporta l’inclusione e l’apprendimento degli alunni con disabilità. Tuttavia, la situazione attuale è preoccupante perché molti alunni con disabilità non hanno insegnanti specializzati e quelli esistenti sono spesso precari. Le recenti modifiche legislative, che permettono alle famiglie di scegliere se mantenere un insegnante di sostegno solo se soddisfatte, rischiano di compromettere la stabilità del personale e l’efficacia del sistema.

Un altro punto su cui si è focalizzata la Rappresentante per le relazioni internazionali della Uil Scuola Rua è stato l’uso dell’intelligenza artificiale nell’istruzione. Benedetti ha sollevato la questione di come le nuove tecnologie possano essere integrate in modo efficace per migliorare l’apprendimento e l’insegnamento, senza però sostituire il valore umano e l’interazione diretta tra insegnanti e studenti. Per la Uil, l’IA va gestita per migliorare le condizioni del personale della scuola, senza compromettere la

qualità educativa e rispetti il ruolo essenziale degli insegnanti.

Infine, Benedetti ha trattato il tema del contrasto alle politiche di austerità nell’istruzione, tra le questioni centrali del Congresso, sottolineando la necessità di un maggiore riconoscimento sociale ed investimenti per la scuola.

L’Italia, ha tenuto ad evidenziare, spende il 4,2% del PIL in istruzione, meno della media OCSE , il numero  degli insegnanti precari è raddoppiato dal 2015 al 2023, arrivando a circa il 24% del totale.

Le politiche di reclutamento e di investimento finora adottate sono state fallimentari. L’Estonia, con un reddito pro capite inferiore all’Italia, dimostra che investire nella scuola può portare a risultati eccellenti. In Italia, l’autorevolezza della scuola è minata dai tagli e dalla scarsa valorizzazione degli insegnanti per  cui è urgente escludere la scuola dai vincoli di bilancio e considerarla un investimento essenziale per il futuro del nostro  Paese.