La Uil Scuola Rua augura a studentesse, a studenti, a tutto il personale un anno scolastico ricco di realizzazioni. È essenziale che chi anima le nostre scuole ogni giorno, venga valorizzato come merita. Nulla è più importante dell’istruzione nella società, poiché è il luogo dove si costruisce il futuro”. Così il Segretario generale Uil Scuola Rua Giuseppe D’Aprile in occasione dell’avvio dell’anno scolastico.
“Un nuovo anno scolastico ma con vecchi problemi – ricorda il Segretario – ci ritroviamo ancora una volta con classi senza docenti. La campanella è suonata con oltre 200 mila supplenti un danno per il personale ma soprattutto per la continuità didattica. Male anche la situazione del personale Ata, il cui precariato ammonta a oltre 50 mila unità.
“Conseguenze, queste – evidenzia – di graduatorie piene di errori dapprima pubblicate, ritirate, ripubblicate ancora con errori che inaspriscono il contenzioso, favorendo il “balletto” dei docenti con ricadute inevitabili sulla gestione della scuola da parte dei dirigenti scolastici, del personale delle segreterie già oberate di lavoro, sui docenti non assunti o addirittura scavalcati da chi ha un punteggio più basso, sugli alunni e sulle famiglie che vedranno la continuità didattica sempre più come un miraggio”.
Una procedura complessa che non può essere affidata esclusivamente a un algoritmo. È evidente che l’attuale sistema di reclutamento ha mostrato ancora una volta tutti i suoi limiti. Per esempio, si sarebbero potute sicuramente avere più assunzioni se si fossero intanto autorizzati tutti i posti vacanti e, come stiamo rivendicando da tempo, utilizzate anche le GPS di I fascia di posto comune.
E’ ora di fermarsi e riprogrammare per tempo le azioni necessarie perché è dalla qualità della scuola, dall’istruzione che passa lo sviluppo del Paese.
Sull’aumento dei casi Covid e le conseguenze per la scuola il Segretario puntualizza: il Covid nella scuola non ha fatto altro che riportare alla luce problemi già esistenti. Se vogliamo, paradossalmente, a causa del Covid la scuola era ritornata ad essere al centro del dibattito politico dell’Italia. Per questo, durante la pandemia, sono stati stilati grandi progetti con grandi promesse (infrastrutture da migliorare, impianti di aerazione, riduzione numero alunni per classe, organici da incrementare ) che però non si sono concretizzate. L’auspicio è che non si commetta lo stesso errore”.
“Ad ogni modo – conclude – è una situazione che va monitorata ma la parola spetta alla comunità scientifico/sanitaria”.