D’Aprile: “Abbiamo lavorato fino all’ultimo momento, in tutti i modi, per introdurre modifiche nelle parti che riteniamo lesive dei diritti del personale. Tra i punti più controversi: il nodo politico sulla mobilità, la mancata valorizzazione del personale Ata, la precarizzazione del lavoro delle segreterie, l’assenza di riferimenti alle scuole italiane all’estero e la parte dedicata alle relazioni sindacali, che non convince.

“I Contratti nazionali di lavoro si sottoscrivono perché sono migliorativi rispetto al testo precedente e non è questo il caso. È stata una decisione difficile” – si esprime così Giuseppe D’Aprile, segretario generale della Uil Scuola Rua, dopo la mancata firma da parte della Uil Scuola Rua della parte normativa del contratto nazionale riguardante il comparto istruzione nelle sue quattro sezioni: Scuola, Università, Ricerca e AFAM.

Nel contratto che ci è stato presentato restano molte questioni aperte e non risolte,” – osserva D’Aprile– “resta il nodo politico della mobilità. È evidente che, se un contratto si sottopone ai vincoli di legge, perde la sua natura pattizia e ha poca ragione di esistere.

Secondo la Uil Scuola nessuno degli otto obiettivi prefissati è stato raggiunto: riforma degli ordinamenti del personale ATA e di tutti i settori del comparto, mobilità e formazione del personale, valorizzazione dei DSGA, lavoro a distanza, relazioni sindacali, contrattazione di secondo livello e procedimenti disciplinari dei docenti.

Tra le altre questioni che non trovano risposta in questa ipotesi contrattuale, l’assenza di riferimenti alle scuole italiane all’estero e la parte dedicata alle relazioni sindacali che, non convince.

“Fare sindacato, significa fare delle scelte e significa farle con responsabilità e coerenza. Da sempre, affermiamo la necessità che la scuola torni al centro dell’agenda dei premier.

L’intervista è stata rilasciata a Libero Tassella, di “La voce della scuola”, giornale on line di informazione.