L’11 maggio all’ARAN si è riunita la delegazione trattante per definire la ripartizione delle risorse residue relative al rinnovo del CCNL e le problematiche tuttora irrisolte che inibiscono l’evoluzione della complessa trattativa. Il Presidente dell’ARAN, dott. Antonio Naddeo, affiancato dalla dott.ssa Maria Vittoria Marongiu e dal dott. Pierluigi Mastrogiuseppe, ha messo al centro del confronto una ipotesi di trattativa di ripartizione delle risorse finanziarie rese disponibili dopo la de-finalizzazione di 300 milioni di euro formalizzata attraverso il nuovo atto di indirizzo emanato dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.
Più specificatamente i 300 milioni si sono ridotti a € 228.792.609,00 a causa della decurtazione per impegni pregressi assunti con il precedente CCNL 2016/2018( € 30.000.000) e per prelievi forzosi da parte del Governo, pari a € 14.207.301,00 per la valorizzazione del personale docente, € 5.000.000,00 per finanziare gli esoneri ed i semi esoneri dei collaboratori dei dirigenti scolastici ed € 30.000.000,00 per la premialità, da attribuire alla continuità didattica. Vanno aggiunti € 100.000,000 una tantum disposti con la legge di bilancio per il 2023 ed € 85.000.000 circa per le operazioni di “manutenzione” dei diversi istituti contrattuali.
Nella sostanza si sta determinando una situazione imbarazzante, perché il Governo, seppure da una parte dà trecento milioni di euro, dall’altra ne toglie ottantamila per finanziare il funzionamento del sistema scolastico.
La Uil Scuola Rua, rappresentata da Giancarlo Turi e Pasquale Raimondo (entrambi nelle foto in alto), hanno detto che anche in questa seconda fase della ripartizione è necessario adottare la medesima filosofia che ha ispirato la prima, vale a dire le risorse vanno attribuite sulla parte fissa della retribuzione(RPD per i docenti e CIA per il personale ATA), mantenendo l’originaria destinazione ed operando interventi perequativi in grado di tenere unita la Comunità Educante, pur in presenza di risorse insufficienti. In sintesi il CCNL deve conservare una logica di inclusività per tutto il personale scolastico, sia esso a tempo indeterminato che determinato, in ossequio ai principi della solidarietà e dell’equità che devono continuare a rappresentare gli elementi fondanti della Comunità Educante.