Il 17 dicembre si è svolto un incontro tra i sindacati della scuola ed il Capo di Gabinetto del Ministero dell’Istruzione e del Merito, dott. Giuseppe Recinto, sul tema dell’accesso all’ insegnamento.
In apertura il Capo di Gabinetto ha illustrato quelle che potranno essere le possibilità, per dare una risposta nell’immediato ai docenti che hanno almeno tre anni di servizio e per chi è specializzato sul sostegno.
La proposta formulata dal Ministero:
Docenti con almeno 3 anni di servizio: prevedere un concorso riservato, con prova di accesso le cui modalità dovranno essere verificate, per chi è in possesso dei 24 CFU e di almeno 3 anni di servizio. Un primo concorso potrebbe svolgersi già nei mesi di marzo e aprile prossimi e un successivo concorso nell’anno scolastico successivo. A quest’ultimo potranno partecipare quelli che abbiano conseguito almeno 30 CFU dei 60 previsti con il nuovo percorso previsto dal D.L. 36/2022 (prevede un percorso universitario e accademico di formazione iniziale e abilitazione dei docenti di posto comune, compresi gli insegnanti tecnico-pratici, delle scuole secondarie di I e II grado durante il quale bisogna acquisire 60 CFU).
Sostegno: l’idea è quella di riproporre un percorso che ormai è in vigore da due anni, anche se oggi non in maniera strutturale: assunzione con contratto a tempo determinato finalizzato al ruolo dei docenti già in possesso della specializzazione sul sostegno e di chi conseguirà il titolo entro il 30/6/2023. Dopo l’anno di formazione e prova seguirà l’assunzione con contratto di lavoro a tempo indeterminato. Proposte che naturalmente dovranno essere poi valutate ed eventualmente approvate dalla Commissione.
Posizione della Federazione UIL scuola Rua
In premessa la Federazione Uil Scuola Rua,rappresentata da Paolo Pizzo e Roberto Garofani, ha dato atto al Capo di Gabinetto del tentativo di proporre soluzioni immediate su un tema dalla Uil Scuola Rua ampiamente rivendicato nel corso degli anni, che è quello di stabilizzare tutti i docenti che insegnano da moltissimi anni e contestualmente trovare soluzioni stabili sul versante del sostegno.
Per la Uil è necessario un punto di partenza: prendere finalmente atto che finora ha governato una politica totalmente fallimentare in tema di accesso alla professione docente. Lo dicono chiaramente i numeri:
- nell’anno scolastico 2021/2022 erano poco più di 112.000 i posti autorizzati per le immissioni in ruolo e circa 45.000 i contratti a tempo indeterminato;
- nell’anno scolastico in corso sono state 44.000 le assunzioni a tempo indeterminato, a fronte di 94.000 posti autorizzati.
Eppure i docenti ci sono: basti considerare che i supplenti che dal 1° settembre garantiscono il funzionamento delle scuole sono circa 250.000 sia su posto comune che sul sostegno. È un sistema, soprattutto quello dei concorsi, farraginoso, lungo e foriero di contenziosi, che va assolutamente ripensato insieme a tutte le altre procedure.
La Federazione Uil Scuola Rua sul piano politico, rispetto alle proposte del Ministero, ha avanzato due rivendicazioni:
- eliminazione del numero chiuso delle università per l’ingresso ai corsi di specializzazione per le attività di sostegno;
- trasformazione dell’organico di fatto in quello di diritto.
Punti imprescindibili, se veramente si vogliono affrontare in modo serio tutte le altre questioni.
Per il sostegno, a parere della Uil, solo eliminando il numero chiuso di accesso ai percorsi di specializzazione, si potrà fornire una prima risposta concreta ad un’esigenza sempre più evidente e limitare il più possibile che l’alunno con disabilità sia assegnato ad un docente senza titolo o che lo stesso docente si rechi all’estero per conseguirlo. Per quanto riguarda l’organico, invece, la trasformazione dei posti al 30/6 a posti al 31/8 permetterebbe non solo di assumere il personale precario su tutti i posti oggi disponibili ma soprattutto eviterebbe un numero esorbitante di supplenti che non garantiscono la continuità didattica agli alunni.
Il costo per la stabilizzazione dei 250.000 precari – secondo una recente indagine della Uil Scuola Rua – ammonterebbe a poco più di 180.000.000 di euro l’anno, 715,20 euro per ogni precario. Dal punto di vista tecnico, invece, la Uil Scuola Rua ha proposto, al posto di inutili procedure farraginose, selettive sulla carta che creano ancora più precariato, almeno due soluzioni immediate:
a)rendere strutturale il reclutamento dei docenti abilitati o specializzati sul sostegno già presenti nelle GPS; b) prevedere una fase transitoria per i docenti con almeno 3 anni di servizio con contratti pluriennali ai docenti non abilitati, nel corso dei quali prevedere un percorso di abilitazione e successiva immissione in ruolo.
Per la Uil Scuola Rua non servono infatti procedure inattuabili. Basterebbe ragionare sull’esistente. In questa prospettiva crediamo che vada pensata una strategia in grado di dare risposte serie e le più immediate possibili alla “piaga” del precariato. L’attenzione va rivolta alle migliaia di precari in possesso non solo di 3, ma di 5,8, 10 anni di incarico annuale, indistintamente se presenti nella 1 o nella 2 fascia delle Gps. L’obiettivo deve essere quello di non disperdere l’esperienza e di valorizzarne il “merito” maturato sul campo.
Per la Federazione Uil Scuola Rua intervenire su questi punti significherebbe modificare strutturalmente, una volta per tutte, il sistema di reclutamento garantendo stabilità non solo al personale interessato ma anche alla continuità didattica. Per fare questo la scuola deve uscire dai vincoli di bilancio ed essere considerata non come fonte di risparmio bensì di investimento, senza il quale si pregiudicano inevitabilmente le sorti delle nuove generazioni e del Paese.. Il Capo di Gabinetto ha preso atto delle posizioni espresse al tavolo ed ha aggiornato l’incontro per ulteriori approfondimenti.