Il 28 luglio si è tenuto un incontro di informativa al Ministero dell’Istruzione per discutere sulla individuazione dei criteri per l’attribuzione delle risorse per la valorizzazione del personale docente ai sensi del D.L.36/2022, Articolo 5, comma 1.
L’Amministrazione scolastica ha illustrato i contenuti del decreto, presentato in bozza. Nello specifico, la proposta si sostanzia nel prelevare il 10% (30 milioni di euro) dal finanziamento complessivo disposto dal Legislatore per la “valorizzazione del personale docente” (300 milioni di euro) prevedendo premialità per i docenti che non si trasferiscono volontariamente dalla sede di titolarità, garantendo il servizio continuativo e per quelli che insegnano in scuole caratterizzate da alti indici di dispersione scolastica propria ed impropria.
La Uil Scuola ha rilevato l’assoluta intempestività ed illegittimità dell’iniziativa in quanto le risorse, di cui trattasi, sono oggetto della trattativa in corso presso l’ARAN per il rinnovo del CCNL scaduto il 31 dicembre 2019. Più specificamente, trattasi di una dotazioni finanziarie di 300 milioni di euro prevista dall’art.1,comma 327, dalla Legge di Bilancio 2022, che il Legislatore ha destinato al finanziamento di funzioni specifiche per il personale docente (valorizzazione),sia pure con vincolo di destinazione. In tal modo si è così realizzata un’autentica incursione da parte del Legislatore in ambito contrattuale in quanto ha assegnato risorse finanziarie vincolandole ad un uso specifico, violando la libertà di azione da parte dei contraenti (sindacati e ARAN). Il Ministero dell’Istruzione, con l’iniziativa di oggi ha inteso consolidare tale l’invasione di campo, addirittura individuando il percorso amministrativo che tende ad utilizzare una quota parte di quelle risorse.
Per la Uil Scuola l’iniziativa rappresentava una pericolosa complicazione che andava scongiurata con immediatezza. Ha rivendicato il ruolo negoziale delle organizzazioni sindacali con il rischio di avviare trattative che possano confliggere con quella madre del già difficile rinnovo di un Contratto collettivo, scaduto da oltre tre anni e mezzo, che attualmente è in pieno svolgimento all’ARAN, depotenziandola e destrutturandola. Nella circostanza si sottrarrebbero risorse finanziarie a quelle già scarse a disposizione. E’ stato evidenziato come è quella generale di rinnovo del CCNL che deve orientare tutte le scelte che si opereranno in materia di contrattazioni integrative, sia nazionali che a livello di singola scuola.
Del resto utilizzare risorse per decreto e comandarne l’utilizzo in sede negoziale, avrebbe comportato un groviglio normativo di difficile soluzione, ben sapendo che i contratti decentrati non possono avere norme in contrasto con il CCNL.
L’Amministrazione, recependo le rilevanti perplessità evidenziate, ha immediatamente sospeso l’iter procedurale appena avviato (adozione del decreto), riservandosi successivi approfondimenti da condurre con ARAN, Funzione Pubblica e IGOP e si è riservata la possibilità di aggiornare il tavolo sindacale all’esito delle risultanze.
La Uil Scuola ha espresso il suo apprezzamento per la scelta operata dall’Amministrazione. Per la Uil Scuola hanno partecipato Giancarlo Turi (nella foto) e Pasquale Raimondo, per l’Amministrazione il Capo Dipartimento, Jacopo Greco ed i Direttori Generali per le Risorse Umane e Finanziarie, Antonella Tozza e del Personale, Filippo Serra.