In una intervista rilasciata a Sky TG 24 il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, sembrerebbe proprio voler  assumere un atteggiamento diverso da quello manifestato finora nei confronti di chi opera nella scuola. In particolare, ha detto non solo che il Governo ed il Parlamento debbono intervenire sulla riqualificazione delle retribuzioni degli insegnanti ma  ha anche aggiunto “Abbiamo quasi 1,5 milioni di personale della scuola, quindi quando si interviene su questo ha un peso a livello nazionale molto alto. Ma non c’è dubbio  che oggi abbiamo non solo l’insegnante, ma un insegnante che svolge funzioni fondamentali per una scuola innovativa, che fa sperimentazioni, c’è un tema di orientamento, sicurezza, di rapporti con il territorio,  tutte funzioni che a loro volta vanno riconosciute e valorizzate. Quindi non è solo un problema di salario minimo ma di riconoscere funzioni importanti che gli insegnanti e il personale fanno per gestire un corpo articolato e di dimensioni notevoli come quello della scuola”. La Uil Scuola recentemente ha diffuso una tabella dalla quale si evince che gli stipendi degli insegnanti in Italia si collocano all’ultimo posto tra i Paesi dell’Unione Europea, alcuni dei quali hanno incrementato notevolmente gli stipendi degli insegnanti. Ora i sindacati stanno discutendo all’Aran il rinnovo del contratto di lavoro scaduto da ben 41 mesi ma l’esiguità delle risorse messe a disposizione, se non verranno adeguatamente incrementate come più volte ha chiesto la Uil Scuola, riusciranno a mala pena a recuperare una parte dell’inflazione. Ed allora, ben venga la dichiarazione rilasciata dal ministro Bianchi a Sky TG 24, con l’auspicio che ancora una volta quelle del ministro dell’Istruzione non siano solo parole del momento ma preludano ad un impegno concreto nei confronti di chi lavora nella scuola. Ma è anche opportuno ricordare che il decreto-legge 36 del 30 aprile 2022, ora in discussione in Parlamento, è senza dubbio una sua creatura, nata in solitario al Ministero dell’Istruzione, senza alcun confronto con i sindacati della scuola.