Il 17  maggio all’ARAN si è tenuto un primo incontro per il rinnovo del contratto di lavoro per il personale docente, educativo ed Ata scaduto da quaranta mesi  ma, con un livello di inflazione che supera il 6% e risorse in Finanziaria che sfiorano il 4%, per  Pino Turi ( Segretario generale della Uil Scuola) serve ricostituire il potere di acquisto delle retribuzioni ed ha aggiunto che chiudere un contratto in pendenza di un atto legislativo  (il decreto legge 36/2022  che ha un iter di conversione al 14 giugno e sul quale si è innestata la protesta ampia e diffusa del personale della scuola e l’indizione dello sciopero generale) ha effetti devastanti sul lavoro delle persone. Per Turi serve un contratto capace di incidere anche sulla normativa perché in tre anni sono cambiate moltissime cose. Punto di partenza può essere la stessa fonte normativa (D.L.75/2017) che ha permesso di derogare per via negoziale alle strettoie normative della Legge 107/2015 e che argini le continue e devastanti invasioni di campo del legislatore sulla materia contrattuale.

Ed ancora,Non vogliamo fare un copia-incolla da altri contratti. Gli istituti utilizzati per le attività amministrative non possono essere utilizzati per la scuola. Due le osservazioni, di metodo e di merito: la definizione della didattica a distanza – che è stata oggetto di un contratto integrativo separato che la Uil non ha sottoscritto – e che va riportata a logica contrattuale e la situazione di un contratto integrativo sulla mobilità firmato da un solo sindacato sul quale va fatta chiarezza. Tema strettamente connesso alle relazioni sindacali e ancor più con la trattativa che si sta aprendo”.

“Da inserire nei temi oggetto del prossimo negoziato – ha ancora detto Turi – c’è anche la questione della verifica del sistema sanzionatorio lasciata in sospeso dallo scorso contratto. Non è più accettabile il proliferare di provvedimenti disciplinari nelle scuole. Va trovato un sistema in grado di gestire i conflitti,  di abbassare il livello di contenzioso (altissimo) nelle scuole. Serve una sede contrattuale per garantire la libertà di insegnamento costituzionalmente protetta. Il tanto ostentato nuovo ordinamento professionale del personale ATA parte dall’oscuramento del lavoro delle commissioni paritetiche (un lavoro nullo, hanno operato in assenza di atto di indirizzo e di risorse) e  rischia di infrangersi sulla risibilità delle risorse disponibili.”

Antonio Naddeo – Presidente dell’ARAN – nel suo intervento ha detto, tra l’altro, che ogni comparto è a sé, rispetto alla questione aperta di non procedere con un generico copia – incolla in relazione a quanto definito per i poteri centrali e per la pubblica amministrazione. Su alcune questioni l’Aran ha una sua  posizione, ad esempio sul lavoro agile.
Se fare o non fare il lavoro agile lo sceglie il datore di lavoro. Una volta scelto vanno decise le regole da applicare. Altro è la didattica a distanza. La prossima riunione sarà sicuramente sulle parti comuni e sarà programmata tra una decina di giorni. Poi si deciderà come continuare il negoziato – ha concluso il Presidente dell’Agenzia di contrattazione per il pubblico impiego – in risposta alla richiesta di tavoli specifici per ognuno dei comparti di contrattazione (scuola, università, ricerca e accademie).

All’incontro hanno partecipato Pino Turi  e tutta la Segreteria nazionale della Uil Scuola.