“Con inusitata eccezionalità la Uil Scuola apprende, con uno stato di agitazione in atto della dirigenza scolastica, che si procede ad una convocazione di un tavolo di informativa e confronto sul regolamento del reclutamento dei dirigenti scolastici.Fallito il tentativo di conciliazione del 18 novembre con la contestuale proclamazione dello stato di agitazione della dirigenza scolastica, appare quanto mai irriguardosa la convocazione dell’anzidetto tavolo. Ancora una volta si vuole dimostrare che le vere relazioni sindacali non interessano il Ministero dell’Istruzione.

Per la dirigenza scolastica, vessata in tutti i modi possibili ed immaginabili, abbiamo assistito ad una politica deficitaria. Già questo avrebbe giustificato una doverosa agitazione della categoria, sempre rinviata, nella speranza che i problemi dei dirigenti scolastici fossero posti al centro della azione politica del ministro Bianchi. Ora, come se non bastasse, se ne offende l’iniziativa di agitazione, delegittimandola agli occhi dell’opinione pubblica nazionale con l’indizione di un tavolo di informazione e di confronto sul nuovo regolamento di reclutamento dei dirigenti scolastici.

Stessa mancanza assoluta di fair play governativo è da rilevare riguardo ai temi oggetto delle complesse vertenze del personale scolastico. Nella procedura di conciliazione che ha preceduto la dichiarazione di sciopero  si cercava di trovare un componimento rispetto alle rivendicazioni avanzate dai rappresentanti dei lavoratori. Nel corso degli incontri ed in ogni sede di confronto, le organizzazioni sindacali hanno dichiarato che, nelle more della definizione della vertenza, si sarebbero astenute dal partecipare ad ogni trattativa eventualmente convocata dal Ministerodell’Istruzione.

La motivazione è facilmente comprensibile, quasi intuitiva: inutile confrontarsi con chi non offre soluzioni ai problemi posti, tanto da indurci allo sciopero. Se ci fosse stata la volontà politica avremmo trovato le soluzioni condivise ai problemi del personale. Accade, invece, che strumentalmente, proprio in questa fase di conflitto politico, il Ministero continui a convocare incontri per concludere ipotetici accordi per i quali non ha voluto conciliare, ignorando la contingenza che si attraversa.

Ovviamente, se il ministro Bianchi vorrà approfondire i temi, al suo interno o con altre sigle sindacali è libero di farlo, ma eviti quello che noi riteniamo un tentativo di divisione, che non lo qualifica per la sua stessa storia professionale e politica. E’ avvilente, assistere a questi comportamenti veramente difficili da qualificare. Che valore avranno poi quegli accordi in assenza della maggioranza delle forze sindacali?

Una provocazione se non un’azione antisindacale che tende a dividere le organizzazioni sindacali e di conseguenza i lavoratori, già stressati abbondantemente. Si continua a gestire il post-dissenso con iniziative che peggiorano invece di risolvere le rivendicazioni alla base della protesta in atto. Vengono così meno le buone relazioni, invocate in sede di conciliazione, che mostrano il vero volto dell’ Amministrazione.

Ministro Bianchi  – osserva in modo preoccupato il Segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – è arrivato il tempo della responsabilità ed il rispetto delle regole della diplomazia ministeriale sarebbe un segnale di correttezza politico-istituzionale.Al momento non sappiamo ancora quali risposte saranno contenute nella Legge di Bilancio rispetto ai problemi posti, ma finché i nodi non saranno dipanati sarebbe opportuno evitare di complicare un contesto già critico. Correttezza, trasparenza, lealtà: sono i principi con cui si governano le democrazie e si gestiscono le relazioni sindacali che dovranno riprendere dopo lo sciopero. Con uguale correttezza ci aspettiamo siano in un clima sereno e non avvelenato ulteriormente”.

Pino Turi (Segretario generale Uil Scuola)