I Segretari generali della FLC/ Cgil (Francesco Sinopoli), della Uil Scuola(Pino Turi) dello Snals/Confsal (Elvira Serafini) e della Gilda/ Unams(Rino Di Meglio) hanno presentato al Ministero del Lavoro, al Ministero dell’Istruzione ed alla Commissione di Garanzia una nota ufficiale di proclamazione dello stato di agitazione e la richiesta di esperimento del tentativo di conciliazione.
La nota ufficiale a firma dei suddetti quattro Segretari generali, partita ieri sera, interrompe dunque le relazioni sindacali con il Ministero dell’Istruzione ed apre la strada a forme ampie di mobilitazione. La convocazione del Ministro Patrizio Bianchi, fissata per il 17 novembre, andrà aggiornata in un nuovo confronto di natura formale che includa i temi della protesta in atto.
Non è esclusa alcuna forma di protesta compreso lo sciopero – sottolineano i quattro Segretari generali – che viene considerato uno strumento e non un obiettivo, perché non c‘è alcuna intenzione di accentuare le spaccature presenti nel Paese né di minare la necessaria coesione sociale in un momento difficile e in una trattativa complessa ma serve la disponibilità e la volontà politica di giungere a soluzioni condivise sia economiche che giuridiche che riguardino l’insieme del personale della scuola che ora appaiono veramente troppo lontane e disattese dalla legge di Bilancio.
I nodi da sciogliere sono le risorse per il rinnovo del contratto, quelle da inserire nella Legge di Bilancio ed interventi normativi destinati al personale per l’eliminazione di vincoli e strettoie burocratiche.
Il rinnovo del contratto è uno dei punti centrali: «Il CCNL 2016-2018 – si legge nella nota inviata – già scaduto al 31/12/2018 è stato formalmente disdettato ma le risorse stanziate per il rinnovo nella legge di Bilancio 2022 sono assolutamente insufficienti per concludere la trattativa e contengono vincoli inaccettabili che ostacolerebbero qualunque conclusione positiva del negoziato contrattuale. Occorrono inoltre risorse aggiuntive per ridurre il divario esistente tra le retribuzioni del settore, a parità di titoli di studio, alla media di quelle del comparto pubblico».
Il superamento delle incursioni legislative in tema di contratto è una questione da risolvere, non si può scrivere il contratto nella Legge di Bilancio -affermano Sinopoli, Turi, Serafini e Di Meglio – «va affermata la centralità delle prerogative contrattuali rispetto alla legge come strumento di potenziamento della funzione unificante che il sistema di Istruzione e Ricerca svolge per l’intero Paese».
FLC Cgil, Uil Scuola, Snals-Confsal e Gilda «giudicano inaccettabile l’intervento unilaterale su materie di competenza della contrattazione quali la mobilità, la formazione, la valorizzazione professionale e in generale su tutti gli aspetti attinenti al rapporto di lavoro».
Organici, precari, personale Ata sono i settori sui quali è più urgente un intervento e per i quali si rivendicano incrementi di organico e superamento dei blocchi della mobilità. Che fine ha fatto l’applicazione del Patto per la Scuola firmato a maggio scorso? Va data applicazione a quell’accordo – sottolineano i quattro Segretari.
Un richiamo forte viene fatto alla centralità della didattica ed alla comunità educante, alla sburocratizzazione del lavoro ed alla semplificazione amministrativa. Netto il no ad ogni forma di autonomia differenziata e ad ogni iniziativa di devoluzione delle competenze in materia di istruzione.