Le ore di formazione  che il vigente contratto stabilisce come un diritto non possono essere svolte al di fuori dall’orario di servizio e comunque fuori dagli obblighi di lavoro, che al momento sono stabiliti dal contratto: devono rientrare nelle ore di insegnamento e di quelle funzionali all’insegnamento, queste  ultime deliberate dal Collegio dei docenti. Qualsiasi altro impegno al di fuori di questi obblighi contrattuali deve essere retribuito. La Uil Scuola farà valere questo diritto in tutte le sedi non ultime in quelle giurisdizionali.

Questo è quanto  la Uil Scuola ha affermato durante l’incontro che si è tenuto il 14 settembre  sul tema delle 25 ore di formazione sul sostegno, stabilite dalla legge di bilancio per il 2021 ed attuate dal decreto n.188 del 21 giugno 2021 e dalla nota ministeriale n. 27622 dello scorso 6 settembre.

La storia si ripete: la battaglia ampiamente persa dalla Amministrazione sull’obbligatorietà dei corsi di formazione sulla sicurezza, per cui sono stati spesi tanti soldi pubblici per i ricorsi per poi fare affermare dalle sentenze non ultima quella della Cassazione del 2019, la superiorità del contratto sulla legge non ha insegnato nulla e si  perdura nell’errore. La questione, già ribadita dalla Uil  Scuola alla luce dell’approvazione della legge di bilancio, è anche un’altra: negli anni si determinerà una riduzione in organico di diritto sul sostegno, da subito di quasi 2.000 posti ed in futuro di ulteriori 5.000 l’anno. Questo è quanto è stato scritto nella relazione tecnica allegata alla stessa legge di bilancio. Quindi, come già affermato nel precedente incontro sull’argomento, alla Uil  Scuola sembra che con questa formazione si vorrebbero compensare le riduzioni di organico che ricadrebbero su tutto il personale, configurando un carico di lavoro aggiuntivo per i docenti coinvolti. Un tema complesso che si lega anche ad un altro elemento di criticità, che è il nuovo modello PEI, in applicazione dell’art. 7 del Decreto Legislativo 66/17, per cui per l’alunno disabile della scuola secondaria si prevede la possibilità di “esonero da alcune discipline di studio”, prevedendo altresì la sostituzione di tali discipline con attività alternative, senza però chiarire dove e con chi va l’alunno. Non si può correre il rischio di tornare alle classi differenziali ante legge 118/71.

Su questi temi la Uil Scuola ha ribadito l’assoluta contrarietà alla norma principale e, naturalmente, a questo decreto attuativo e, nel contempo, ha rivendicato un immediato intervento da parte del Ministero dell’Istruzione in cui chiarisca alle scuole la necessità di adottare criteri condivisi a livello di singola scuola, e che, in maniera inequivocabile, chiarisca ulteriormente che le ore di impegno dei docenti per la formazione devono rispettare le norme contrattuali tuttora vigenti.  E’, infatti, inaccettabile che ci sia un aumento dell’orario di servizio dei lavoratori in maniera unilaterale, che la Uil Scuola contrasterà in tutte le sedi, anche con azioni sciopero.

L’ Amministrazione si è resa disponibile a valutare tali richieste ed a dare risposte nel più breve tempo possibile. Per la Uil Scuola hanno partecipato Paolo Pizzo e Rosa Cirillo.