Il tentativo del Ministero dell’Istruzione di dare una risposta alla carenza di docenti delle materie matematico – scientifiche purtroppo non ha dato i risultati attesi, perché pochissimi sono coloro che hanno superato la prova scritta del concorso ordinariotenutosi nei primi giorni di luglio (poco meno del 10% dei partecipanti), messo in piedi tempestivamente per coprire i 6129 posti vacanti attualmente occupati da docenti precari. E certamente i 112473 posti autorizzati dal MEF per coprire i posti vacanti tra tutte le varie discipline per l’anno scolastico 2021/2022 sono una boccata di ossigeno per la scuola ma rappresentano poco meno della metà dei posti effettivamente disponibili per soddisfare le reali necessità della scuola, se si tiene conto che nel corrente anno scolastico i precari sono circa 250.000. E pensare che la Uil Scuola, per bocca del suo Segretario generale Pino Turi, aveva più volte chiesto al ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, di avviare una stabilizzazione dei precari, dando vita ad organici triennali, se proprio si fosse voluto mirare ad un sicuro e tranquillo rientro  a scuola in presenza ed in sicurezza il primo settembre prossimo. Purtroppo così non è stato, perché si è preferito seguire la via dei concorsi. Luciano Fontana, direttore responsabile del Corriere della Sera, ha rivolto lo sguardo ai risultati negativi dell’ultima tornata dei test INVALSI. Il responso, soprattutto nelle materie scientifiche e matematiche in alcune aree del Paese, è più che preoccupante. L’uso eccessivo della didattica a distanza- per Fontana- ha aggravato i problemi ma a ben riflettere la situazione pre-covid non era forse tanto migliore. Fontana ha tenuto anche a sottolineare che l’istruzione e la formazione non sono mai state al primo posto nell’agenda pubblica ed oggetto sicuramente sconosciuto sono gli investimenti nell’istruzione. Ovviamente fa piacere che esponenti di rilievo, che vivono ed operano al di fuori del mondo della scuola, inizino a prendere coscienza dei  problemi reali che la investono. La Uil Scuola nazionale va sollecitando da tempo le forze politiche di maggioranza ad interessarsi dell’istruzione nel nostro Paese ed appare anche più che opportuno rivolgere ai politici una semplice ma significativa domanda : “ci siete?” Se sì, lasciate da parte le divergenze ed i distinguo di parte  e prendete a cuore i problemi della scuola italiana e preoccupatevi di farla ripartire a settembre, in presenza ed in sicurezza, con tutto il personale docente ed Ata sui posti di lavoro. I progetti estivi che si stanno al momento realizzando in molte scuole del nostro Paese ed anche della nostra provincia e che termineranno a settembre saranno sufficienti a colmare lacune e ritardi negli apprendimenti degli studenti più deboli? E’ auspicabile. Quanto alla Didattica a distanza adottata nel corrente anno scolastico senza dubbio ha sopperito in parte alla chiusura delle scuole ma da settembre in poi utilizziamola solo occasionalmente, se vogliamo evitare un supplemento di abbandoni scolastici,  studenti depressi ed ancora più fragili e quanto altro, come più volte hanno segnalato psicologi, psichiatri e psicoterapeuti. Infine una notizia dell’ultima ora prevede che per il 27 luglio alle ore 15 in modalità telematica il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, incontrerà i sindacati della scuola per fare il punto della situazione in vista dell’avvio del prossimo anno scolastico. Speriamo che ne esca qualcosa di buono!