Da ieri nella scuola c’è stato il primo  licenziamento di massa che ha riguardato in campo nazionale centomila precari, tra docenti e personale ATA. Altri centocinquantamila resteranno  in servizio fino al 31 agosto. Di  una nuova assunzione se ne riparlerà, con calma, tra settembre e dicembre. “Ci chiediamo -ha tenuto a sottolineare  il Segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – se c’è davvero la volontà di un cambiamento. Si vuole o no tutelare il lavoro in ogni sua forma? Per la Uil Scuola  il problema non è tecnico ma politico ed il momento straordinario impone risposte straordinarie: valutazione iniziale per titoli e servizio (36 mesi), formazione in itinere ed esame finale rappresentano un percorso di serietà che consentirebbe di poter mettere in ruolo decine di migliaia di precari,  anche sul sostegno. “Al ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, la Uil Scuola ha chiesto recentemente una sede politica – ha aggiunto Turi – ora si attendono risposte che devono  essere coerenti con una fase transitoria”. Ed ancora,  “una situazione come quella attuale, dove un insegnante su quattro è precario, non è più tollerabile. Vanno cambiate le procedure di reclutamento per la scuola che ha caratteristiche proprie. Non sarà più possibile accettare quanto accaduto lo scorso anno quando  sull’altare del ‘merito’ sono state sacrificare 33.000 cattedre destinate ai precari, rimaste purtroppo vuote. Siamo in presenza di una situazione estremamente delicata che non può essere risolta con il concorso classico, che non misura quella parte di professione docente legata all’esperienza ed all’attitudine a svolgerla. Vanno individuate soluzioni diverse e va ridata alla scuola la sua funzione essenziale, che consiste nella formazione di cittadini liberi e consapevoli”.