Il ministro Bianchi convoca i sindacati a Palazzo Chigi per firmare un impegno congiunto, quello del “Patto per l’istruzione”. Sempre lo stesso Governo vara un decreto legge, il Ristori-Bis, che dovrebbe procedere in coerenza con il Patto ma non è così perché i contenuti del decreto sono altro. E vediamo perché.
Il decreto ristori è un provvedimento omnibus, quelli che andiamo a segnalare sono i punti critici degli articoli 58 e 59 del decreto:
- non c’è un solo posto aggiunto né per il sostegno né di tipologia comune perché in pratica non è prevista nessuna nuova procedura di assunzione in ruolo al 1° settembre;
- c’è solo lo scorrimento delle graduatorie provinciali delle supplenze (GPS) di prima fascia del personale già abilitato con una assunzione a tempo determinato che potrebbe arrivare sino a configurare un contratto a tempo indeterminato ma solo dopo aver superato una specifica prova selettiva da tenere con una commissione esterna.
- Si arriva ad un paradosso: da un lato si riconosce il peso dell’abilitazione, comunque ottenuta ed anche all’estero, dall’altro mantenendo nell’incertezza e nel precariato il maggior numero di precari che nello Stato hanno sempre creduto.
- Per i concorsi si adotta una versione alternativa del concorso straordinario, si passa dalle domande chiuse a quelle aperte e viceversa. Il nuovo concorso ordinario trasforma lo scritto da quesiti a risposta aperta a risposta multipla chiusa (50 domande in 60 minuti, comprese domande di inglese e di informatica), il contrario di quello del concorso straordinario, uno schema di concorso ordinario che è pratica nozionistica che, addirittura, conferisce ruolo e abilitazione. Altro che merito, ci sembra una forma concorsuale da operetta.
- Si prevede un concorso dedicato ‘last minute’. Resta difficile comprenderne la “ratio”, forse per un problema ideologico di inseguire le mode o magari per indurle. A che pro fare una gerarchizzazione delle discipline se poi le operazioni di avvio del nuovo anno scolastico saranno bloccate? Un’apertura ideologica che piace all’industria con un concorsino veloce a ferragosto, mentre si lasciano nel precariato docenti qualificati da anni di esperienza.
- Il blocco della mobilità passa da 5 a 3 anni, insieme alle assegnazioni provvisorie. Questo in un momento in cui la pandemia indicherebbe il contrario, vale a dire il ricongiungimento con le famiglie.
Ci sembra che la mano destra non sappia cosa fa la mano sinistra; c’è un decreto che agisce anche sulla scuola e c’è un Patto che ne definisce l’impianto programmatico. I contenuti del Patto dovrebbero essere propedeutici alle scelte di Governo. I ristori sembrano destinati a tutti ma non ai precari della scuola.
Uil Scuola Nazionale