Riportiamo in sintesi quanto detto da Pino Turi in merito alla interrogazione alla Camera da parte di deputati del M5S. Il Segretario generale della Uil  Scuola sostiene che è veramente singolare vedere come una forza politica si faccia interprete delle preoccupazioni dei candidati ai concorsi, che il ministro Brunetta, a giusta ragione, ha cambiato per dare risposte di interesse pubblico in base ad un accordo con il sindacato.

Il ministro Brunetta – a cui non abbiamo mai risparmiato critiche, aggiunge Turi – ha il coraggio di invertire la narrazione e dice che una prova preselettiva a crocette che ammette ad un concorso, che magari dura anni, è un errore e bisogna cambiare. Il merito è ben altra cosa. Avere un curriculum fatto di titoli certificati, congiuntamente ad esperienze lavorative non è di per sé una prova di merito? O è merito superare i quiz a crocette che lasciano il tempo che trovano?  La scuola ha sue peculiarità: si concorda unanimemente sul fatto di essere tutti in classe, ma si decide di farlo con contratti a tempo di natura temporanea, di un anno. 

Si crea un precariato che non è limitato ad un solo anno di servizio ma a decenni. Intere generazioni in attesa, magari quelle stesse che si stanno laureando  e che pretendono, anche legittimamente, di prenotare un posto nella scuola, senza voler attendere il turn over che ci sarà nei prossimi anni.

La politica ignora le istanze di carattere pubblico immediato, senza pensare ai danni dovuti alla mancanza di decisioni operative che portano ai danni del precariato. Alla scuola, alle generazioni di alunne ed alunni che hanno avuto il disagio profondo di due anni di scuola in pandemia, ne aggiungiamo magari altri due, tre per svolgere un concorso che dovrebbe selezionare il merito. Nessuno ci potrà mai convincere che un docente che cambia scuola e classe tutti gli anni per sopperire alla mancanza di un reclutamento stabile sia giustificabile e tollerabile.

Il metodo Brunetta è da condividere (ovviamente con le dovute differenze e specificazioni) anche nella scuola, altrimenti il prossimo anno si aprirà con un esercito di precari che saranno reclutati a dicembre, per buona pace di coloro che avrebbero voluto recuperare pochi giorni a giugno.