Pino Turi, in un suo articolo pubblicato su Italia Oggi, torna a parlare della proposta della Uil Scuola di un organico triennale, il solo che garantirebbe una sicura ripartenza della scuola il primo settembre prossimo.
“Unico, triennale, espansivo”, sono queste le caratteristiche che la Uil Scuola indica per un nuovo organico che unisca diritto e fatto, un contratto stabileche superi l’ottica pre-Covid, ovviamente ci vuole coraggio e volontà politica se si vuole partire a settembre e non nei mesi a seguire.
I contingenti che il Ministero dell’Istruzione ha annunciato non rispondono alla necessità di ridurre il numero degli alunni per classe, condizione necessaria per riportarli in presenza ed in sicurezza. Ricette vecchie, parametri vecchi.Non si può andare dietro alla polemica del recupero di alcuni giorni a giugno, utile a quanti vogliono continuare a sferrare attacchi ai docenti ed a chi li rappresenta. Si affaccia, come per magia, la vecchia politica che interviene su aspetti che non sono scuola ma assistenza sociale.
IL’organico non va solo aumentato, riducendo gli alunni per classe, ma rivoluzionato con organici pluriennali. Il Ministero dell’Istruzione ha invece proposto ai sindacati la riduzione di seicentocinquanta docenti, compensata dall’incremento di cinquemila posti per il sostegno, come se si potessero fare scambi tra categorie come saldi finanziari. Non è tempo di politiche di contenimento ma di politiche espansive.
La Uil Scuola rivendica una svolta politica che parta da organici triennali per consentire una buona scuola, senza dover ricorrere al volontariato. Gli organici fatti anno per anno sono anacronistici e fanno partire l’anno scolastico con mesi di ritardo. Farli per tre anni, come da proposta Uil, significherebbe un tranquillo ed ordinato avvio dell’anno scolastico 2021/22 e di tutti gli altri a seguire, che sarebbero sicuramente diversi dal solito.